Indigenous Peoples and Human Rights

April 6, 2018

Leaders in Indigenous Law and Policy -- 'Report to UN on Criminalization of Indigenous Human Rights Defenders Resisting DAPL'

DAPL
Photo courtesy Rob Wilson Photography

Leaders in Field of Indigenous Law and Policy Submit Report to UN on Criminalization of Indigenous Human Rights Defenders Resisting DAPL

April 5, 2018

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For media inquiries, please contact IPLP Assistant Director Justin Boro at justinboro1986@email.arizona.edu or 520-626-9224.
Faculty and students from the International Human Rights Advocacy Workshop at the University of Arizona Indigenous Peoples Law and Policy (IPLP) Program submitted a report to the United Nations (UN) regarding the human rights violations committed against water protectors resisting the Dakota Access Pipeline (DAPL). The report, “Indigenous Resistance to the Dakota Access Pipeline: Criminalization of Dissent and Suppression of Protest,” was sent to the UN Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, Victoria Tauli-Corpuz, on behalf of the workshop’s clinical client, the Water Protectors Legal Collective (WPLC). The WPLC provides on-the-ground legal support for those facing criminal and civil charges stemming from the Dakota Access Pipeline resistance at Standing Rock, North Dakota.

The report will be presented to UN officials during the 17th Session of the United Nations Permanent Forum on Indigenous Issues (UNPFII) at the UN headquarters in New York City. Professor Seanna Howard, Director of the International Human Rights Advocacy Workshop, is convening a panel discussion at UNPFII titled “Dakota Access Pipeline Resistance and the Criminalization of Indigenous Human Rights Defenders” on April 19, from 2:45–4 PM. The panel features leading human rights scholars and UN experts, including Ms. Tauli-Corpuz, and will address the criminalization of water protectors resisting DAPL and the need for protection of indigenous human rights defenders worldwide.

Under the direction of Professor Howard, students in the International Human Rights Advocacy Workshop helped prepare the report by conducting research on the suppression of peaceful protest and criminalization of dissent against indigenous peoples in the United States and worldwide. The report was submitted to inform the Special Rapporteur’s upcoming thematic study on the Criminalization of Indigenous Human Rights Defenders. The study will address the challenges faced by indigenous human rights defenders and recommend ways to protect their rights to peaceful protest and expression. Ms. Tauli-Corpuz will present her findings to the UN Human Rights Council in September 2018.

“This is cutting-edge work that critically analyzes the multiple and intersecting violations of indigenous peoples’ treaty rights, human rights, and civil rights on sacred ground in North Dakota. The information contained in this report, however, should raise and inform global concerns about the goals, strategies, and tactics of states and resource extraction companies once they focus their attention on acquiring rights in the lands indigenous peoples use and protect for their cultural survival, integrity, and identity. I am so impressed with the commitment and passion shown by the International Human Rights Advocacy Workshop students for this project, led by Professor Howard with the assistance of IPLP graduate student and clinical fellow Michelle Cook. The whole team has done remarkable work in organizing this project,” notes IPLP Faculty Co-Chair Robert A. Williams Jr.

The report, “Indigenous Resistance to the Dakota Access Pipeline: Criminalization of Dissent and Suppression of Protest,” makes the following recommendations:
  • Drop all criminal charges against the water protectors
  • Investigate, punish, and provide appropriate reparations for all human rights violations, including the use of excessive force and mass arrests in response to DAPL opposition; OR convene a truth commission with the indigenous representative institutions of the Oceti Šakowiŋ
  • Adopt a regulatory framework to supervise and monitor activities of extractive industries and energy companies, private security firms and other non-state actors to prevent human rights violations in regard to activities that affect indigenous peoples and their lands
  • Provide training to law enforcement and private security on best practices for managing peaceful demonstrations; the right to free expression and assembly; and indigenous peoples rights under international law
  • Implement national measures to protect indigenous human rights defenders in compliance with the UN Declaration on Human Rights Defenders, the UN Declaration on the Rights of Indigenous Peoples and other international standards to ensure the full enjoyment of their rights to free expression and assembly
  • Regulate/restrict transfer of military-grade weapons and equipment to local law enforcement
  • Direct prosecutors to seek proportionate penalties for protestors who violate the law
  • Reject or amend state legislation that violates the right to free assembly

Italian Translation
Articolo segnalato da Michelle Cook ad Hunkapi e da me tradotto come di meglio non ho saputo fare.

I leader nel campo del diritto e della politica indigeni presenteranno un rapporto all'ONU circa la criminalizzazione dei difensori indigeni dei diritti umani che hanno resistito al DAPL.
5-aprile 2018 - Per informazioni sui media, si prega di contattare l'IPLP Assistant Director Justin Boro.

Facoltà e studenti dell'International Human Rights Advocacy Workshop del programma IPLP (People of Law and Policy) della University of Arizona hanno presentato un rapporto alle Nazioni Unite (ONU) in merito alle violazioni dei diritti umani commesse contro i WATER PROTECTOR resistenti al Dakota Access Pipeline (DAPL ).
Il rapporto, "Resistenza indigena Dakota Access Pipeline: criminalizzazione del dissenso e repressione della protesta", è stato inviato al Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene, Victoria Tauli-Corpuz, a nome del mandante, Water Protectors Legal Collective (WPLC).
Il WPLC fornisce supporto legale sul campo a coloro che si trovano ad affrontare spese per cause civili e/o penali derivanti dalla resistenza al Dakota Access Pipeline a Standing Rock, North Dakota.

Il rapporto sarà presentato ai funzionari delle Nazioni Unite durante la 17a sessione del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene (UNPFII) presso la sede delle Nazioni Unite a New York City.
La professoressa Seanna Howard, direttrice dell'International Human Rights Advocacy Workshop, ha convocato una tavola rotonda all'UNPFII intitolata "Dakota Access Pipeline Resistance e Criminalization of Indigenous Human Rights Defenders" per il 19 aprile alle ore 14,45 .

Alla seduta saranno presenti importanti studiosi dei diritti umani e esperti delle Nazioni Unite, tra cui la signora Tauli-Corpuz, e affronterà la criminalizzazione dei Protettori dell’Acqua che si sono opposti al DAPL e la necessità di proteggere i difensori dei diritti umani indigeni in tutto il mondo.
Sotto la direzione del professor Howard, gli studenti del Workshop Internazional per i diritti umani, hanno contribuito a preparare il rapporto conducendo ricerche sulla soppressione della protesta pacifica e sulla criminalizzazione del dissenso nei confronti delle popolazioni indigene negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il rapporto è stato presentato per informare il prossimo studio tematico del Relatore speciale sulla criminalizzazione dei difensori dei diritti umani indigeni. Lo studio affronterà le sfide affrontate dai difensori dei diritti umani indigeni e raccomanderà modi per proteggere i loro diritti alla protesta pacifica e all'espressione.
La signora Tauli-Corpuz presenterà le sue osservazioni al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre 2018. "Questo è un lavoro all'avanguardia che analizza criticamente le molteplici e intenzionali violazioni dei diritti dei trattati delle popolazioni indigene, dei diritti umani e dei diritti civili su un terreno sacro nel Nord Dakota
Le informazioni contenute in questo rapporto, comunque, dovrebbero evidenziare ed informare le preoccupazioni globali sugli obiettivi, le strategie e le tattiche dello stato e delle società di estrazione delle risorse minerali, volta a focalizzare l'attenzione sull'acquisizione dei diritti nelle terre che le popolazioni native usano e proteggono per la loro sopravvivenza culturale, integrità e identità.

“Sono molto impressionato dall'impegno e dalla passione dimostrata dagli studenti dell'International Human Rights Advocacy Workshop per questo progetto, guidato dal Professor Howard con l'assistenza dello studente laureato IPLP e della collega Michelle Cook. L'intero team ha svolto un lavoro straordinario nell'organizzazione di questo progetto ", osserva il
co-presidente della IPLP Faculty, Robert A. Williams Jr.

Il rapporto, "Resistenza indigena al Dakota Access Pipeline: criminalizzazione del dissenso e soppressione della protesta", formula le seguenti raccomandazioni:

• Riesaminare e riconsiderare i procedimenti penali contro i Water Protector e i loro persecutori (Pubblici Ministeri), diretti a chiedere sanzioni proporzionate per i manifestanti che avrebbero violato la legge.

• Indagare, punire e fornire adeguate riparazioni per tutte le violazioni dei diritti umani, compreso l'uso della forza in modo eccessivo e arresti di massa in risposta all'opposizione DAPL; e convocare una commissione di verifica con le istituzioni rappresentative indigene dell'Oceti Šakowiŋ

• Adottare un quadro normativo per sorvegliare e monitorare le attività delle industrie estrattive e delle compagnie energetiche, delle ditte di sicurezza private e di altri attori non statali, per prevenire violazioni dei diritti umani in relazione ad attività che colpiscono le popolazioni indigene e le loro terre

• Fornire formazione alle forze dell'ordine e alla sicurezza privata sulle migliori pratiche per la gestione di manifestazioni pacifiche; il diritto alla libera espressione ed alle adunanze; e diritti delle popolazioni indigene secondo il diritto internazionale

• Attuare misure nazionali per proteggere i difensori dei diritti umani indigeni in conformità con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene e altre norme internazionali per garantire il pieno godimento dei loro diritti alla libertà di espressione e di riunione

• Emettere un ordine esecutivo che regoli e limiti la disponibilità di armi e attrezzature di livello militare alle forze dell'ordine locali.

• Rifiutare o modificare la legislazione statale che viola il diritto alla libera assemblea.

• Garantire che i poteri di emergenza statali e locali non vengano violati nel contesto di proteste sociali

• Attuare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene e le raccomandazioni sui diritti delle popolazioni indigene, inviate agli Stati Uniti dagli organi del trattato delle Nazioni Unite, dal processo di revisione periodica universale, una speciale procedura delle Nazioni Unite del sistema interamericano sui diritti umani.

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